Taggato: Afganistan, burka, forum, Hosseini, Laila, Mariam, mille splendidi soli, violenza sulla donna
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Francesco Iervolino.
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03/06/2017 alle 4:19 pm #7083
Alessio Farina
Amministratore del forumMille splendidi soli è un testo che ho letto da poco ed è perciò il primo di cui parlare.
Il testo è molto scorrevole, pieno di storia, di particolari sugli eventi accaduti. La trama di fantasia (ma non troppo) si intreccia con la presentazione di una terra posta ai confini dell’immaginazione. Si racconta la storia di una depredazione senza fine dell’Afganistan. Dal colonialismo Inglese al periodo della guerra fredda, passando per gli ultimi eventi dopo lo 11 Settembre, l’Afganistan prende il volto delle due donne protagoniste dei mille splendidi soli. La prima protagonista Mariam è la figlia bastarda di un grosso mercante. Rappresenta un po’ la tradizione. La seconda, Laila, al contrario il progresso. Entrambe vengono soggiogate però dallo stesso uomo, come l’Afganistan dalla guerra. Quello che personalmente mi ha colpito è che in quell’incredibile scenario di guerra, la violenza più dolorosa sia quella che le donne devono combattere nei confronti del marito.
Il dolore, l’umiliazione, la violenza, la rassegnazione e il silenzio rappresentano la guerra eterna della donna afgana, nata per soffrire. Incredibile lo scatto di ribellione finale, struggente il passaggio di chiusa della storia di Mariam, che è poi un dono di speranza per Laila. Hosseini è un poeta e i mille splendidi soli devono far ricorso a un immensa opera di fantasia letteraria per il lieto fine. La promessa di un ultima guerra di liberazione ad opera degli americani è chiaramente un auspicio più che una certezza. L’autore saluta con un augurio l’ennesima invasione “lampo” ad opera del governo Bush junior. I fatti ci parleranno di una guerra perpetua che dura ormai da 16 anni e ad oggi in effetti il finale stride un po’ con gli eventi.
Quello che ho apprezzato di Mille splendidi soli è la potenza introspettiva delle immagini.
Sono quelle a calarti nel mondo di Mariam e poi di Laila. A farti provare speranza di un futuro migliore quando va in sposa di quello che poi si rivelerà un autentico mostro. Sono le descrizioni mai volgari eppure crude degli eventi a farti provare pena, terrore e rabbia. C’è persino un momento all’inizio della sua relazione matrimoniale, nel quale impari ad accettare quel mondo così asfittico e maschilista. Quell’atmosfera d’improvviso scompare e l’autore introduce ad un mondo che sin ad allora sembra surreale. Si tratta pur sempre della stessa Kabul. In lei vecchio e nuovo sopravvivono non mescolandosi. Mentre ci sono ancora donne come Mariam che vanno in giro con il burka. Ci sono fanciulle che vivono una vita “occidentale”, vanno a scuola, parlano di sesso e immaginano una vita nella quale il matrimonio non sia affatto la normalità.
Poi la guerra. Lo scontro che permette per magia l’incontro di quei due mondi. Le due donne dopo un’iniziale rivalità impareranno ad accettarsi a stabilire un’alleanza viscerale. Si tratta di un testo storico. Occidentalizzante nelle conclusioni. Hosseini resta pur sempre un ripigiato in terra Americana. Questo tuttavia non rappresenta un limite del testo, ma solo un punto di vista del narratore. Visione che persiste insieme alle altre e che lascia aperta la domanda sul futuro dell’Afganistan. Qui puoi acquistare il libro!
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