Ho deciso di pubblicare le poesie in fascicoli. Si tratta di un numero consistente di poesie prodotte nell’arco di 5 anni dal secondo liceo al primo anno di università. Lo studio della filosofia mi dette poi altri strumenti per concettualizzare il mondo e rapportarmi ai miei stati interiori. La mia emotività era piena della rabbia per tutte le esperienze non vissute. La rabbia si sconfinava presto tuttavia, come fanno le torte quando apri il forno troppo presto. La rabbia inacidendo diventava colpa.
Il quinto fascicolo si intitola “Della Rabbia, della colpa”
Le poesie ripercorrono la mia storia con il mio primo grande amore. Una storia cominciata sul serio quando avrebbe dovuto finire. Su questo frainteso si giocheranno le dinamiche profondamente distorte della nostra relazione. Relazione quest’ultima fatta per lo più di salite e discese, rotture e ricongiungimenti. Ci siamo avvitati si noi stessi come palline dentro un imbuto. Ad ogni giro si andava sempre più in basso, ogni giro era sempre più corto e veloce. La fine tuttavia infondo la conoscevamo tutti. Tutte le tensioni che andavo accumulando come ogni anno esplodevano durante le feste di Natale. Quell’anno fu però l’ultimo. L’ultima grande fase depressiva esplicita quanto meno.
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Di lei ricordo soprattutto i grandi silenzi, lungi come l’abisso dentro il quale pian piano sprofondavamo. Più che amore era autentica venerazione. Aveva tuttavia fatto il grande errore di farmi del male. Io non dimentico e soprattutto non perdono. Solo non ho saputo essere coerente con il mio rancore. Gli alti e bassi del mio umore seguivano proprio questo movimento di rabbia e colpa. Fu anche l’inizio dell’università, che cominciò con un grande no a tutto quello che prima ero stato. Adattarsi ai nuovi tempi non era facile. Venivo dalla solita estate di lavoro più insolita delle altre. M’ero infatti affezionato al locale e credo e temo avrei voluto restare.
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Bene può bastare così. Non mi resta che augurarvi buona lettura.
rabbia e colpa
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