Crea sito
    • Tutorial WordPress
    • Forum di supporto
    • Feedback
  • Accedi
  • Registrati
  • AMP
    • Visualizza la versione AMP
  • Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Il barattolo delle idee

Pane e Filosofia

  • Chi sono
    • Chi sono
    • Lettere
    • Poesie
      • Rime e Congiuntivi
      • Corpo Libero
      • Dall’amore
      • All’amore
      • Della rabbia
      • Ricomporsi
    • Disegni
      • A Francoforte
      • Gli inizi
      • Il bianco
      • Il nero
      • A colori
      • La Profondità
      • I grandi
      • Gli studi
      • Ritorno
      • Cammino
  • Filosofia
    • Appunti
      • Chi ha paura di?
      • Testi
      • Traduzioni
    • Gli spilli
      • Filosofia Pre-socratica
      • Filosofia antica
      • Filosofia medievale
      • Filosofia moderna
      • Filosofia post hegeliana
    • Riflessioni
      • Passioni dell’anima
      • La presenza erotica
      • La filosofia oggi
      • Riflessioni sull’esistenza
  • GRANI ANTICHI & PASTA MADRE
    • GUIDA COMPLETA
    • FARE IL LIEVITO MADRE
    • PANIFICARE CON I GRANI ANTICHI
      • GLOSSARIO
      • ARTICOLI
    • RICETTE PER GRANI ANTICHI
      • RICETTA BASE
      • LE ALTRE RICETTE
      • RICETTARIO DEGLI UTENTI
    • VIDEO TUTORIAL FACEBOOK
    • YOUTUBE

12/25/2017 by Davide Montebello Leave a Comment

L’evoluzione del cinismo: da Filosofia pratica ad attributo della modernità

Spread the love

Cinismo etimologia della parola

Il cinismo è oggi un approccio alla vita. Sentirsi dire di essere cinici non è di certo un complimento, ma non sempre è stato così. L’etimologia del termine “cinico” viene dal latino “cynicus” che a sua volta deriva dal greco “kuvicoc” ossia “cane”.

  • Tweet

Ti basta mettere un like o condividere l’articolo nella tua pagina social preferita per contribuire a diffondere il mio lavoro! 🙂

Vorrei dunque iniziare dal principio: Grecia, V sec. A.C. In una botte di Atene viveva Diogene di Sinope, padre del cinismo. Viveva in estrema povertà mangiando scarti e rifiuti e cosa probabilmente più nota delle sue abitudini, si aggirava con una lanterna dicendo di cercare l’uomo. Nonostante il suo stile di vita, era una delle persone più lucide del periodo. Infatti, secondo la sua dottrina, la natura aveva già fornito l’uomo di ciò di cui aveva bisogno ma questi aveva rifiutato l’offerta per darsi a futilità meno importanti.

Diogene di Siope fondatore del cinismo

Il cinismo di Diogene mirava proprio all’abbandono dei beni materiali, delle superficialità e delle mondanità per partire alla ricerca del ero essere umano. Al riguardo si ricorda un aneddoto secondo quale Alessandro Magno, trovando Diogene a mangiare verdure per terra, gli disse:

“Se lavorassi con i nobili a corte non avresti bisogno di mangiare scarti di verdure per terra”.

A quest’affermazione Diogene il cane rispose:

“Se tu mangiassi scarti di verdure per strada, non avresti bisogno di lavorare con i nobili a corte.”

L’aneddoto conferma l’atteggiamento repulsivo verso la ricchezza, la fama e tutto ciò che esse comportano. Il “cinismo”, almeno nelle sue origini, pare dunque porsi come critica all’esistente ed in questo merita persino ammirazione. Si tratta infatti di un atteggiamento molto lontano dal significato che diamo oggi alla parola nel linguaggio ordinario.

  • Tweet

Non metti un like? Perché? Puoi commentare cosa non ti è piaciuto cercheremo di migliorarci! 

L’approccio originario del cinismo colloca quest’ultimo all’interno delle filosofie umanista, avviate in Grecia dallo stesso Socrate, con il quale condivide la critica all’opinione comune. Il cinismo come del resto tutte le filosofie elleniche viene definitivamente soppiantato da cristianesimo, cui per altro si deve in buona parte la visione odierna dello stesso.

Da filosofia pratica ad atteggiamento di vita

Il cinismo diventa allora lentamente più un atteggiamento verso eventi e persone che una filosofia di vita a tutto tondo. Cinico è l’uomo freddo, distaccato e persino calcolatore. Per qualche verso è l’uomo opportunista e comunque capace di non farsi governare dalle emozioni, farsi indebolire dalle relazioni. L’uomo cinico comincia ad assomigliare sempre più alla figura del “principe” delineata secoli dopo da Machiavelli. Il suo imperativo è “il fine giustifica i mezzi”.

Il cinismo diventa dunque l’attributo dei governati, capaci di muovere guerre per guadagnare lembi di terra o costringere le proprie figlie a unirsi in matrimonio con uomini più vecchi e più ricchi, per guadagnare maggiori zone di influenza. Cinico è l’anti-eroe tratteggiato in molti romanzi moderni, oggi tanto di moda. Dal “Trono di spade” a “Gomorra”è il protagonista capace di prendere decisioni anche crudeli con estrema razionalità, lento all’ira, razionale nella vendetta e sciolto da ogni vincolo morale.

  • Tweet

Non credi che sia giunto il momento? 🙂

  L’antieroe del cinema: il male che attrae

In questa veste “cinematografica” il cinismo continua a conservare una sua attrattiva. Per quanto certi personaggi compiano gesti rivoltanti e assolutamente condannabili, la loro capacità di sovrastare risulta vincente. Un po’ li si odia, l’altro po’ li si ammira, ma si resta comunque ammaliati dalla loro capacità di sciogliere le esitazioni e agire. Questo tuttavia non è il vero volto del cinismo. Nella vita quotidiana non troviamo di fronte a noi uomini comunque di spessore, per quanto capaci di gesti riprovevoli.

Cinismo e capitalismo contemporaneo

Il cinismo è nell’ordinarietà dei rapporti contemporanei, l’assoluto distacco emotivo dall’altro, l’individualismo estremo. E’ l’incapacità di pensare l’uomo come membro di una comunità. In questo senso il cinismo potrebbe essere definito come il lato emotivo del capitalismo. Se pensiamo per esempio all’atteggiamento che abbiamo avuto nei confronti della Grecia durante la recente crisi economica, ci rendiamo conto di come l’oppressione, la povertà venga giustificata con freddezza in nome del solo interesse economico: “Rimetti a noi i nostri debiti”.

Il capitalismo, in questo senso, è il maggior responsabile del cinismo contemporaneo.  Elogia i mercati e sprona le aziende all’aumento della produttività, che si traduce in una persuasione giornaliera e compulsiva all’aumento dei consumi. Le persone vengono isolate tra loro, spinte a non condividere, a diffidare e persino schifare il prossimo.:“Mettiti in salvo dall’odore dei tuoi simili” recita il testo famosissimo della canzone di Francesco Gabbani.

Cinismo come alienazione dell’uomo contemporaneo

Gli individui smettono di essere persone,  diventano parte di un processo, numeri sostituibili in qualsiasi momento. A fronte di una crescente disoccupazione, tenuta alta strumentalmente, chi resta a lavoro è costretto ad abituarsi ad orari di lavoro maggiori e salari minori. Nella visione realista del cinico moderno il debito è l’unica vera colpa e il denaro fa muovere tutto. Il potere è associato al “credito” e dunque ad una tendenza ad accumulare ricchezza, averne più d’altri per avere più d’altri, a qualsiasi costo.

  • Tweet

Questo atteggiamento viene poi tradotto e legittimato in tutte le sfere d’azione. Oggi si parla di debiti e crediti formati e questo non è affatto casuale. Cinico è allora lo studente che, per avere un buon voto, copia da un suo compagno non curante delle moralità dei suoi gesti. Il senso dello stare a scuola è infatti diventato acquisire un credito e recuperare un debito, non formarsi in quanto cittadini, dunque, ma consumare conoscenze.

Conclusioni

Cinico diventa anche l’atteggiamento del lavoratore che accetta non soltanto le sue condizioni di lavoro per “portare il pane a casa”, ma anche quelle del suo compagno di lavoro.

Non è un mistero infatti che ormai nella stessa azienda coesistano lavoratori a tempo indeterminato serviti dei diritti di tutto punto, con precari, progettisti e persino tirocinanti che lavorano gratuitamente. I lavoratori stabili, gli unici che potrebbero sostenere i diritti dei loro colleghi precari, infondo sono salvi, perché preoccuparsi dei problemi egli altri? Non è infondo anche questo cinismo?

In questo senso estremo ed è questa la provocazione con la quale voglio concludere, il cinico è un vigliacco, egli si barrica in se stesso. È l’uomo solo che rifiuta il dialogo, le emozioni, per paura di affrontarle piuttosto che per una convenienza oggettiva. Preferisce bendarsi gli occhi e dire che tutto è cupo e buio, perché in realtà non sopporta il bagliore accecante della luce, e la varietà dei colori del giorno lo confondono.

  • Tweet

Se hai dubbi o necessiti di chiarimenti, puoi commentare l’articolo, sarò lieto di risponderti! Non dimenticare che puoi sempre avviare una discussione su Forum plus+

Clicca qui per andare al Forum!

More from my site

  •  Giovanni Scoto: Riassunto. L’inizio della scolastica
  •  San Paolo e la nascita del cristianesimo: percorso storico
  •  Etica e morale. Felicità o senso del dovere?
  •  Claudia Rademacher: Riconciliazione o intesa.
  •  Zingaro come me: sogni di vento.
  •  La verità e la nascita dell’incoscienza

Condividi:

  • Condivisione
  • Stampa
  • E-mail
  • Facebook
  • LinkedIn
  • Skype
  • Twitter
  • WhatsApp

Correlati

Filed Under: Appunti Tagged With: capitalismo, cinismo, credito, cristianesimo, debito, Diogene, filosofie elleniche, gomorra, il trono di spade, lavoratore, opportunismo

Previous Post
Next Post

Reader Interactions

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Primary Sidebar

Filosofia

Grani Antichi & Pasta Madre

Categorie

Seguimi anche su

Dicembre 2017
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
25262728293031
« Ott   Gen »

Tag

acqua amore anima appretto aristotele biga cottura Dio essere etica farina Farina 00 farina integrale fermentazione Filosofia forno grani antichi Hegel il lievito impasto In cucina lievitazione lievitazione naturale lievito lievito madre lievito madre secco lunghe lievitazioni manitoba pane pane comune pane fatto in casa pasta acida pasta di riporto Pasta madre pizza Platone Relazione riassunto ricetta riflessione Riflessioni riporto staglio Tumminia verità

Latest Tweets

  • Le pazze: Sunt lacrimae rerum https://t.co/5JBeh0xCsb17 ore ago

Footer

Categorie

  • Appunti
  • Attualità
  • Chi ha paura di?
  • Disegni
  • Filosofia
  • Filosofia antica
  • Filosofia medievale
  • Filosofia moderna
  • Filosofia post hegeliana
  • Filosofia Pre-socratica
  • grani antichi e pasta madre
  • Lettere
  • panificazione
  • Parlando di amore
  • Passioni dell'anima
  • ricette
  • Riflessioni
  • Senza categoria
  • testi
  • Traduzioni

Articoli recenti

  • Le pazze: Sunt lacrimae rerum
  • Il colore del cielo: a Tamara
  • TUMMINIA 100: per pizza e pane con i grani antichi
  • I confini dell’anima: Anime salve e vissuti borderline
  • Pane nero di Castelvetrano: ricetta
  • Pane con Russello integrale video tutorial
  • Sul precipizio: ruzzolare giù dalla montagna
  • Male: la sua ostinata presenza

Commenti recenti

  • Alessio Farina su Fenomenologia come capire: chi ha paura di Hegel?
  • Enrico Pollai su Fenomenologia come capire: chi ha paura di Hegel?
  • Alessio Farina su Farina e idratazione: Le farine non sono tutte uguali!
  • Pier Andrea su Farina e idratazione: Le farine non sono tutte uguali!
  • Alessio Farina su Kombucha: come fare il pane
Dicembre 2017
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
25262728293031
« Ott   Gen »
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Twitter
  • Youtube

Copyright © 2023 · Kickstart Pro on Genesis Framework · WordPress · Log in

Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso - Notifiche Push - Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario