L’intersoggettività come spazio fondante
Da Cartesio in poi pare infatti impossibile fondare su di sé l’Io senza cadere nella nota circolarità di un pensiero che piuttosto che fondarsi senza presupposti accetta surrettiziamente presupposti non fondati. La critica radicale, ovvero totale, non pare dunque possibile e qualcosa resta sempre fuori dallo spazio fondativo della ragione. I presupposti infondati sono strutture quasi trascendentali che si dispiegano nella spazio discorsivo della parola. L’intersoggettività è dunque il luogo dove la soggettività si dispiega e trova il suo fondamento.
La tesi di laurea che mi valse la menzione fu il risultato di vicissitudini interne ben più penose. Una storia finita, un viaggio a Berlino e un esito inaspettatamente di successo che probabilmente peggiorò l’avvenire, rendendomi ostinato rispetto all’errore. Oggi ripubblico questo lavoro incipiente non senza nostalgia per quegli anni che avrei potuto godermi con meno affanno, ancora poco consapevole delle asperità del mondo veramente adulto.
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