A Germano sui cattivi propositi della buona volontà
Forse hai ragione tu ” non si offendono le persone che non conosci e più grandi di te”, ma l’età non può essere un privilegio piuttosto una conquista. Ho sempre mostrano rispetto e sobrietà, nei comportamenti, nei ragionamenti e nel linguaggio che adoperavo, tenendo presente quale fosse il contesto.
Volevo solo incitare un gruppo che ho con tanti sforzi contribuito a far nascere e coordinato per anni e sono io stesso profondamente dispiaciuto di averlo dovuto abbandonare in maniera così repentina. Ci siamo a lungo preoccupati di come garantire rinnovamento al di là delle persone. Proprio in quest’ottica abbiamo deciso di confluire in un’associazione più grande ancorché non in tutto simile ai nostri ideali. Abbiamo scelto di rinunciare alle nostre specificità +, garantendo (così speravo) più unità e uniformità negli intenti. Me ne sono andato è vero, ma prima ho lanciato tante proposte e possibili soluzioni, che purtroppo non hanno attecchito.
L’illusione di una rinascita
Probabilmente abbiamo sbagliato, ma ci siamo sempre rinnovati sulla base di attività concrete, contagiando un modo di fare direttamente sul campo e un nostro innamoramento per quel tipo di esperienza. Sono successe tante di quelle cose mio caro Francesco, che prendersela con te sarebbe davvero impietoso. Ci vedo mille motivi Germano per cui questo nostro gruppo non funziona. Non ne vedevo tuttavia uno solo che si possa attribuire al tuo arrivo come guida spirituale tra noi. Non si tratta di un fallimento ma di un gruppo che probabilmente ha terminato la sua missione.
Quando le cose vanno male tuttavia tendo a metterci più grinta e cerco di non scoraggiarmi, perché tutto sommato resto una persona grintosa e positiva. Il vero problema è che avevo già preparato la mia dipartita con la guida che l’anno precedente ci avevano assegnato e doveva garantire lui continuità. Non posso ricominciare nuovamente con te.
Ma adesso tocca a te mio caro Germano
Devo costruire il mio futuro ed è un dovere innanzitutto verso me stesso. E’ stato un gran bel sacrificio andare avanti. Ero terribilmente frustrato, come probabilmente lo sei tu adesso. Ti confesso che mi è pure pesato, perché già allora vedevo poca reattività. Tante cose che avevamo cominciato tutti assieme mi sono rimaste poi nelle mani, oneri pesanti che diventava complesso gestire da semplice volontario. Forse ho gestito male le cose questo è vero. Le ho accentrate troppo su di me, non posso darti torto. Ne abbiamo discusso tante volte nel gruppo, ma nemmeno il tempo di assestarci che chi c’era prima di te deve già andarsene, come l’altro prima di lui e l’altro ancora.
Il problema della mia eccessiva presenza è stato anche questo, garantire continuità rispetto ad un gruppo che allora si sfaldava e a punti di riferimento che cambiavano in continuazione. Ma neanche questo è dipeso da te.
Dove ti ho toccato caro Germano?
Di questo mi dispiaccio profondamente perché non avrei voluto tagliare così di netto, ma ne avevo bisogno e credimi che la mia presenza sarebbe stata semplicemente fuori luogo, come probabilmente lo è tutt’ora. Non era certo mia intenzione fare trattati o venirti a dare lezione. Però tu hai preteso di darne a me. Mi ha dato fastidio che tu quel discorso lo abbia fatto rivolgendoti a me, perché è di me che parlavi. Non è possibile e non è giusto per tutto quello che in quel gruppo ho fatto e ho rappresentato.
Per concludere
In conclusione, caro Germano, devo chiederti la cortesia di utilizzare un linguaggio e dei modi di fare più consoni al tuo ruolo. Per quanti errori possa aver fatto e discutibili possano essere le mie scelte ai tuoi occhi, per fortuna mia non tocca a te giudicarle. Spero qualcuno sappia vedere grazia dove gli altri vedono un “riscatto ancestrale-libidico”.
Dette in altro modo le cose che hai scritto probabilmente avrebbero giovato di più e sarei stato più disposto ad ascoltarle se avessero avuto finalità educative che non intravedo.
C’è del vero in quello che hai scritto, ma la verità è un arma che devi maneggiare con più cura perché non ti appartiene. Sei un pastore di anime cerca di non scordarlo mai. Mi dispiace Germano ma non posso permetterti di calpestare oltre le mie cose. Non ti ho concesso questo spazio di intimità né mai me lo sono preso.
Visto che “magis” non ti piace ti saluto con un
Ad Maiora