Rossella: il mito dell’eterna giovinezza

A Rossella per l’idea che si potesse tornare indietro

A volte mi perdo nel mio mondo fatto di parole. Quando il respiro si tinge di blu, tutto si fa strano, quando vorresti essere quel qualcosa in più. È la storia della mia vita e non è la tua. E’ un lamento dell’anima Rossella. E’ un tormento, un grido troppo forte, un suono che si spegne man mano che viene su.

Ho passato anni a cercare di capire, a cercare di spezzare questa catena. Vorrei dirti che mi dispiace, perché sono davvero imperdonabile. Troncare una storia neanche cominciata è ridicolo. Un tempo tra mille errori, mille fobie, mille incertezze, sapevo mettermi in gioco, adesso non più. Non sono più disposto ad essere la persona che ero. Ho passato quattro anni di inferno, annebbiato, solo e senza speranza. Ho perdonato l’imperdonabile, sono stato sincero e spietato con me stesso. Ho attraversato il mio deserto.

Vorrei dirmi che sono cambiato, ma purtroppo non è vero. Purtroppo mi rendo conto di non essermi mai mosso e che il mio vagare era in realtà soltanto un andare in cerchio. Vorrei dirti che non mi piaci e tutto sarebbe semplice, che sono uno stronzo che ha bisogno di storielle e tutto avrebbe un senso. La verità è che non so proprio che dire, che nel mio mondo fatto di parole tutto tace, tutto si perde, tutto si confonde.

Resto solo io con le mie parole

Ho imparato solo una cosa in questi anni, una sola che conservo nel cuore come una fortezza. Ho imparato a dire di no. È giusto che le anime inquiete non infettino le altre. Bisogna restare soli quando insieme ad altre persone non si riesce a stare. E’ giusto continuare a portare questa maschera per confondersi insieme agli altri, fingere di essere come gli altri. Ti chiedo scusa perché non avrei dovuto. Volevo solo una possibilità, l’ho cercata timidamente, ma l’ho voluta.

Non so gestire i miei sentimenti, non so gestire i rapporti, rovino tutto per questo continuo arrovellarmi interiore. La “sensazione” che nel tempo non sono ancora riuscito a spiegare e dalla quale fuggo con terrore, come da un peso insostenibile. Ho solo imparato a conviverci, me la sono tenuta al collo in questi anni. Non ha senso stare con una persona e starci male, stare con una persona per farla stare male.

Il tempo mi ha solo reso più vigliacco

Rossella mi dispiace volevo darmi un’altra possibilità. Volevo ricominciare a camminare. Mi dispiace perché ci ho girato in tondo per un bel po’ e non volevo arrivare al dunque. É da tanto ma proprio tanto che ci volevo provare, volevo aspettare di sentirmi pronto. Il tempo passava e poi mi son detto che pronto non mi ci sarei sentito mai. L’unico modo per imparare a nuotare era gettarsi in acqua.

Adesso so che non è giusto, che non si può scaricare sull’altro problemi propri. C’è qualcosa di peggio che tradire ed è il volere e non volere, il desiderare e provare nausea per il proprio desiderio. Il paradosso è un tormento un qualcosa che distrugge.  Teniamo i sogni chiusi nel cassetto, le speranze conservate come tali. Continuiamo come i folli o i bambini a credere per vera una cosa che si sa non essere reale. Lasciamo che s’innamorino i cuori dei semplici e alla fine speriamo tutti in questo Dio misericordioso che cancella in un solo abbraccio pene e tormenti.

Sono tante le delusioni che porto nel cuore, come piccoli coltelli cui ho appeso delle croci. Sono ante le convinzioni con cui ho gestito le mille storie, i mille rivoli della mia mente. Qualcosa non funziona e continua maledettamente a non funzionare.

 Qualcosa dentro manca Rossella e continua a mancare

Ho poche parole da dire, più tardi troverò qualche spiegazione, una delle tante forme di consolazione per tirare avanti e continuare a sperare che un giorno potrà accadere. Ma più passa il tempo e più sento che non accadrà un bel niente, che dentro resterò questa persona maledettamente contorta. Resterò la persona che di fatto prova solo a campare, a trascinarsi fino al giorno della fine per riempirsi i polmoni con l’ultimo sospiro di sollievo e poter dire: finalmente è finita.

Niente di quello che sto facendo mi appartiene. Non posso più restare fermo bisogna pur fare, sia pure la più sbagliata, perché l’unico errore è restare fermi. Ma dentro me con lo scorrere del tempo qualcosa mi angoscia e qualcosa mi ripete che non sono felice e che non so neanche più cosa mi renderebbe tale.

Rossella c’è qualcosa di peggio che non avere le cose che desideri ed è averle e scoprire che non ti rendono affatto felice.

Mi dispiace dal profondo dell’anima Rossella

In questa cosa ho creduto. Avevo deciso di restarmene da solo, accontentandomi di qualche avventura. Ho sperato che Dio potesse assistermi e guidarmi e mettermi in bocca e nel cuore le giuste parole.  Eppure quel Dio che adesso prego ogni giorno lo sento distante. Quella terapia dell’anima che era stata il volontariato non la sento più mia. Dentro non sento proprio niente se non uno strano senso di morte ,che non appartiene alla mia età.

Invidio le persone per cui tutto è semplice e tutto è scontato, perché per me la vita stessa non è semplice né scontata, neanche il sesso.  Ho il terrore che da adesso in poi e dopo queste mie parole tutto dentro me ritorni per come è sempre stato e ho più paura a ritrovarmi in quella situazione che a ritrovarmi da solo.

Se nella mia vita ho accumulato tanti fallimenti da avere smesso di voler persino il mio corpo. Non so neanche se riuscire ad avere una storia, perché non so se quella sarebbe realmente una soluzione. Ho solo presente il problema ed è un grosso problema, perché l’esigenza di trovare completamento, di unirsi con la propria metà in me diviene tormento. Ho voglia di ritornare alle mie cose, al mio mondo, fatto di solitudine con i suoi spazi, i suoi tempi, sicuro che non sarò felice e sicuro che non avrò reso infelice nessuno. Voglio avere almeno questo nella mia mente, questo sogno irrealizzato. Voglio poter imporre la mia volontà se non verso il si almeno verso il no.

 

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