Oh! Valentina vestita di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de’ tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: in vece
costa il vestito che ti cucì.
Lettera a Valentina
Cosa ho fatto di male? Bisognava reagire, perché morire non ci era consentito, perché questo il buon Dio non lo vuole. L’unica soluzione era andare avanti e sempre avanti, ceco come un tarlo, forte come un coniglio. Bisognava dimenticare e andar via. Cos’ho trovato? Nulla. Nulla perché il nulla è come me. Eppure adesso darei palazzi e castelli e darei quelli più belli per essere come te. Tu sei la nobile fanciulla e io il carnefice infame e traditore.
Al calar della sera, nel sonno della notte, quando tutto dorme e io no, penso ancora te.
Cosa c’è stato di sbagliato dove ho fallito? Dimmelo tu Valentina: non c’è risposta c’è solo tormento. Nessuna notte però è infinita e la vita rea più di me mi rivolle indietro. Ho perso le parole, la voglia di amare, la fiducia nel prossimo, la stima che ho di me. Non ero minimamente in grado di fare, pensare e dire. Non ero come tu mi volevi, a che valeva restare?
Per favore vai via, perché nessuno sappia della mia vergogna
Affinché a nessuno sia chiaro il mio tormento, perché i cattivi non soffrono mai, il giusto vuole che il male trovi se stesso e ne soffra. Non cercarmi che non ti cercherò, non trovarmi che non ti scorderò. Me ne vado con il più grosso peso al cuore, perché avresti dovuto essere tu la mia sposa, ma uno come me non ha sposa e questo non lo hai mai capito .
Le promesse non le ho rispettate, le mie mani sono sporche, ma io non vivo più.
Per me che non ho amore per nessuno, che ho smesso di credere anche solo che possa provarne, c’è l’oblio. Sono l’ombra della verità, la solitudine perché chi non dà amore presto o tardi si ritrova solo e pagherò per tutto quanto. Viaggerò senza meta e senza sogni finché dio non mi consoli con la morte, affinché almeno questa mi salvi dal nulla. Fuggirò dalla tristezza e dall’immensa solitudine che l’angoscia produce. Mi nasconderò dall’incomprensione della gente, che sfugge intorno a noi, che avverte con uno sguardo la minaccia del fantasma.
Ma tu no, tu sai amare è questo ti rende dolce, ti rende forte
Continua pure a cercare che presto troverei quello che cerchi. C’è una sorgente d’acqua via alla fine del deserto, ma percorrilo tutto, perché ogni cosa ha un prezzo e la fatica finirà. Le prime e le ultime lacrime voglio piangerle con te, non voglio più dentro me la minima emozione, né amare. Voglio solo la compagna di sempre la mia tristezza e nutrirmi del mio pianto. Desidero chiederle che mi porti per mano, via dalla gente.
Nessuna di queste parole servirà a restituire quello che ho perso, nessuna di loro riporterà indietro i tempi che furono. Il tempo va avanti, sempre avanti e mai torna indietro, mai si ferma e io, che tempo un po’ lo sono sempre stato, seguo il suo stesso destino.
All’inverno di sempre, all’ultima grande follia,
per quella neve che mai si scioglie e per la tua magia.
Per avermi fatto sempre emozionare,
per la rabbia e il dolore, la felicità e l’amore.
Perché con te finisce un’era,
perché con te muore il bambino,
perché non riprendono vita i morti.
Con immensa tristezza, con tutta la felicità di cui dispongo
A Valentina
Grazie!
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