Anna: io lei e l’altro
Passano le giornate in questa confusione che solo fa il silenzio assordante delle cose che non dici. Anna mi stuzzichi come la donna seducente, come il canto delle sirene, come la maledizione della fossa cui attrai, la rovina dei giorni miei. Pesano le tue labbra come la polvere nella quale mi lasci, come quella sabbia inconsistente che afferri e ti lascia indietro niente. Pesa come quel bambino che ancora piange, le ferite crudeli di quando gli dissero che avrebbe dovuto essere altro, come quando per altro abbandonò i giochi con le bambine, le ferite troppo superficiali, la paura di stare tra maschi.
Come un sussurro che dalla gola arriva alla pancia e li si ferma.
Mi chiedi perché sono aggressivo. Perché mi difendo, perché sono infinitamente fragile di fronte a te, perché tutto s’arrende dentro me e semplicemente non c’è la fa. E mentre il mondo continua a far rumore dentro tutto si ferma, si riscalda si agita e si riposa e dalla bocca escono solo parole, ma nessuna somiglia a quelle che vorrei dire.
E vivo l’ennesimo abbandono perché nessuno ha mai avuto la pazienza di restare
Mi arrendo a te, perché non so più continuare, mi arrendo perché spero che così potrò finalmente lasciarmi andare. Mi hai ucciso dentro, ferito questo fiore che voleva solo germogliare. S’è spento quel piccolo entusiasmo e quella voglia che avevo, quello sperare che fosse diverso.
Mi chiedo perché continuare a difendermi
Mi volevi più deciso? Mi volevi più innamorato? Più preso da te? Non lo sono, non lo sono mai stato. I miei occhi gridano e tu non li vedi, lacrimano mentre li secca il sole e niente viene giù. Ho una donna dentro che canta come le sirene e il mare. E’ rinchiusa postipata e chiede solo di poter uscire. Volevo potesse essere profondamente diverso e invece resta dannatamente uguale.
Il vento fuori ancora si contrae e contorce dal dolore mentre tutto fuori continua a camminare e io non riesco ancora a volare.
Ecco è questo che volevi Anna mia
E se non era questo che volevi se nessuno dei tuoi gesti rimandava me dentro tutto s’abbandona e si lascia andare. Con quest’uomo che più avvicino e più abbandono. Mi arrendo, hai vinto tu, qualunque cosa volessi l’hai ottenuta, perché tanto io non riesco neanche a volere più. A te che il male non ti ferma, che il tempo non inganna, che niente ti consola e che piangi per i tuoi guai e non vedi me. Un emozione da poco, un graffio al cuore, una tenerezza che non parla e non dice niente di sé.
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