Figure dello spirito: scetticismo in Hegel

FIGURE DELLO SPIRITO:

Vediamo in questo breve scritto di rispondere ad una semplice domanda: Cosa sono Coscienza, Autocoscienza e Ragione? E cosa invece Coscienza stoica, Servo-signore, Concupiscenza ecc.? Diciamolo subito i primi sono momenti dello spirito i secondi figure dello spirito.

Qua ho provato a spiegare la dialettica servo-signore prova a dare un’occhiata=>

  1. Cosa sono coscienza, autocoscienza e ragione? Momenti
  2. Cosa sono servo e signore, coscienza stoica e scetticismo? Figure

Perché ci sono dei momenti nella storia dello sviluppo della coscienza propriamente detta? Perché questa si trasforma, cresce, matura. Come tutte le cose è in divenire. E’ dunque nel tempo. Si tratta quindi di “fasi” dello sviluppo, detti appunto momenti. Così come esiste l’adolescenza, la maturità e la vecchiaia esiste per la coscienza individuale (me e te) delle tappe.

Le figure invece sono “metafore”, immagini che spiegano un comportamento o un modo di fare, una tendenza. Come le maschere teatrali (arlecchino, pulcinella ecc.) ogni figura rappresenta perciò qualcosa di preciso non in senso concreto, ma in senso immaginifico. Si tratta perciò di capire volta per volta cosa rappresentano queste immani.

3. La coscienza cerca per tutto il tempo di rispondere alla domanda: “cos’è la verità”. Siamo però entrati nel regno della autocoscienza. Ovvero in questa fase si ha chiaro che non si è “semplici specchi della realtà”, ma appunto soggetti individuali AUTONOMI. Obiettivo della coscienza quindi non è più la ricerca della verità, ma quella della LIBERTA’. Non è più una coscienza che pensa, ma che AGISCE.

Qual’è la prima cosa che fa l’auto scienza quando agisce? DESIDERA (Begirde). Obiettivo della coscienza è dimostrare la propria indipendenza rispetto all’oggetto. La prima cosa che fa dunque è “consumarlo”.

Rispetto alla dialettica servo signore mi affido a quanto scritto qui. Faccio solo notare che non è una dialettica a due, perché se così fosse la coscienza avrebbe già raggiunto la sua verità, che consiste appunto del RICONOSCIMENTO reciproco delle due coscienze. E’ una dialettica a tre.

Il rapporto tra servo e signore è mediato dall’oggetto.

E’ proprio questa mediazione che non permette pieno riconoscimento.

Procedendo rapidamente alle conclusioni la coscienza servile attraverso il lavoro impara a TRATTENERE IL DESIDERIO. Capisce cioè che non deve consumare immediatamente l’oggetto, ma trasformarlo attraverso il lavoro. Nell’oggetto imprime però la sua essenza e ottiene tramite il lavoro l’emancipazione dal signore.

La coscienza servile capisce dunque che nel pensiero c’è la maestà di legare e sciogliere, nel pensiero è libera schiava o in catene e diventa perciò coscienza stoica.

Si dovrebbe un’attimo ricordare lo stoicismo e il concetto di atarassia che si ottiene proprio legandosi al logos che permea tutte le cose, per capire il senso di questa figura. Lo stoico guadagna la sua libertà tuttavia allontanandosi dall’oggetto, arroccandosi nel suo pensiero. E’ perciò una libertà astratta. E’ la libertà di chi critica tutto, perché dall’alto delle sue teorie tutto fa schifo.

E’ vale a dire coscienza “scettica” , tra le figure dello spirito la “furia del dileguare”.

Lo scettico è il giovane seguace di Greta per esempio, che tutto critica però poi non si accorge di far parte lui stesso delle cose che critica. Il dubbio non è cioè capace di liberare la coscienza dalla negazione, al contrario determina solo l’ulteriore precipitare della coscienza stessa. Nella furia del dileguare, nel dubitare su tutto, alla fine la coscienza stessa viene travolta dal suo stesso dubbio. Da una crisi nera ed esistenziale, profonda. Capisce cioè che in lei non v’è nessuna verità, nessuna libertà, che essa è tutta nell’oggetto che ha stabilito il dominio definitivo sull’io. La coscienza scettica diventa perciò l’ultima delle figure dello spirito dell’autocoscienza: coscienza infelice. 

/ 5
Grazie per aver votato!