L’austerità da categoria morale diventa criterio economico.
Austerità e la forma sostantivata di austero dal greco austeros che di suo significa aspro o duro. Si riferisce dunque al comportamento rigido che non si lascia andare agli eccessi o ai desideri estremi. E’ perciò sinonimo di continenza, equilibrio oltre che severità e morigeratezza. Insomma la parola incute un certo timore che si accompagna però all’idea di trovarsi nel giusto.
Austerità è però diventato di recente sinonimo di una particolare dottrina economica la quale attribuisce l’attuale crisi economica all’eccesso di debito e quest’ultimo ad uno stile di vita scialacquone. In particolare questa è l’accusa che i paesi del nord Europa (Germania) muovono ai paesi del SUD Europa pregiandoli del grazioso acronimo di PIIGS (Portogalli, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna). L’austerità è dunque anche sinonimo di pulizia essendo coloro che non l’hanno praticata dei porci. Oggi nessuno di noi è più disposto a credere ai dogmi di fede, ai principi di autorità o ai miracoli. Siamo quasi tutti diventati materialisti e intellettualmente fermi all’illuminismo se non a Cartesio. Insomma vogliamo le prove di quello che si dice e queste prove ce le deve fornire la scienza.
Balbettiamo teorie vecchie di almeno 500 anni e ci crediamo moderni, invochiamo il fuoco sacro della ragione e crediamo a paradossi assurdi, chiediamo sempre prove scientifiche per tutto, ma non siamo disposti a leggere nemmeno un libro. L’importante che alla domanda chi lo dice si risponda sempre Lascienza (tutto attaccato). Un esempio? Guardate cosa vi scrive niente po’ po’ di meno che il sole 24 ore “Il mondo ha 184mila miliardi di debiti”, praticamente 86mila euro a testa. Uno scenario post apocalittico nel quale si lascia intendere che tutti abbiamo consumato troppo, tutti tutti, visto che poi il debito ce lo appioppano un tanto ciascuno. Ma se l’intero pianeta è il debitore a chi deve tutti questi soldi? In attesa che la NASA ci riveli l’esistenza dei marziani sarà facile capire che quei soldi il mondo non li deve a nessuno. Nel suo insieme infatti la somma totale di debiti e crediti DEVE essere ZERO.
L’occhio neutro dell’economia vigila sui politici corrotti e la popolazione cicala.
In nome della scienza e la tecnica in altre parole oggi ci vengono imposte decisioni economiche, politiche e morali cui viene attribuito il carattere di necessità quasi di natura. Come la pietra cade dall’alto verso il basso, i fiumi scorrono verso il mare, così bisogna praticare austerità. Come ciclicamente la dea terra scaglia le sue intemperie su di noi, così calano le crisi economiche, senza che nessuno possa farci niente, se non praticare austerità. Hegel parlava di mondo invertito, cioè di un’era nella quale ogni verità nel raggiungere il suo apice si pervertiva nel suo contrario. Nonostante oggi la scienza parli di fondazione debole, consenso della comunità dei partecipanti e falsificazionismo come criterio di verità, la nostra visione della scienza è ferma ai tempi di Galileo e Cartesio.
Ma è davvero possibile porre la scienza e il sapere tecnico al di sopra della politica? Oppure questo particolare atteggiamento nasconde già una precisa visione politica? Al centro del nostro mondo c’è l’occhio neutro della scienza o l’uomo? Insomma siamo entrati senza neanche accorgercene in un nuovo oscurantismo ideologico. Un mondo nel quale non si possono criticare le politiche sui migranti senza essere definiti razzisti (e ignoranti), le legge sulle vaccinazioni senza essere chiamati untori (e ignoranti), le politiche economiche imposte dalla Commissione Europea senza essere definiti fascisti (e ignoranti). Insomma chi si allontana dal recinto sicuro trattato dalla scienza (la loro) è fuori dalla possibilità di perdono. Ecco allora l’esigenza di una riflessione filosofica sull’economia. Da buon filosofo in questo primo post dedicato all’economia non mi dedicherò di economia, ma solo di sfatare qualche mito. Comincerò dal più diffuso. L’economia è una scienza
L’economia è una scienza?
Vorrei cominciare da questo punto perché mi pare il più filosofico di tutti. Diamo subito la risposta: si. L’economia è certamente una scienza, come lo è la medicina, l’antropologia, la fisica, la biologia e praticamente tutto ciò che ha diritto ad entrare a pieno titolo in un dibattito di “esperti”. Qualunque argomento cioè per poter essere dibattuto in modo oggetti e lontano dalle opinioni ha bisogno di mettersi il vestito buono per così dire. Un po’ come succede nei gran galà o nei grandi ricevimenti.
Bene il vestito buono si chiama “metodo” e la sala di ricevimento si chiama “comunità scientifica”. Le portate che vengono servite infine sono le “teorie scientifiche”. Quindi esiste
- una scienza,
- una comunità scientifiche
- delle teorie
Dite che dimentico qualcosa? Ah già… la verità. La verità è stata definita in mille modi in questi secoli di storia della filosofia e vi posso assicurare che non c’è niente di più filosofico e meno “scientifico” della ricerca della verità. La scienza però si accontenta di un criterio di verità. Di un qualcosa cioè che mi permetta volta per volta di stabilire cosa può essere accettato e cosa no. Questo criterio tutto sommato può ancora essere considerato l’evidenza. Bisogna cioè fornire evidenze per le mie affermazioni e a supporto delle mie teorie. Come in un processo insomma servono le “prove” insomma. Se le prove non posso fornirle direttamente io posso sempre citare chi le ha fornite a suo tempo per me ovvero citare le fonti.
Le teorie scientifiche sono tante.
Su alcune ci sono sufficienti prove e sufficiente consenso da poter essere considerate delle verità assolute (La terra è tonda, l’uomo viene dalla scimmia e se compro tante volte sempre lo stesso oggetto chi me lo vende aumenta il prezzo). Altre teorie sono ormai discreditate (se stampo tanta moneta diminuisce il suo valore). Su di altre invece c’è un dibattito ancora aperto. Poi ci sono pensatori come Feyerabend che non a torto pensano che ciò che una comunità scientifica ritiene vero è molto più influenzato dalle contingenze sociali che da evidenze scientifiche. Insomma Galilei aveva evidenze che dimostravano che fosse la Terra a girare attorno al sole, ma in quel particolare contesto storico faceva anche comodo ai paesi di religione protestante provare che la Chiesa potesse sbagliarsi e che non aveva affatto in tasta il punto di vista di Dio.
Ho dovuto fare questa lunga premessa dare un’idea almeno provvisoria di cosa sia scienza per poter sfatare il più grande mito costruito intorno all’affermazione che l’economia sia una scienza. In nessun caso infatti essere la scienza ci fornisce la verità come bene di consumo per le masse. Oggi invece è stata costruita ad arte l’idea che la scienza sia al di sopra delle parti che si contendono lo spazio politico e possa fare da sommo giudice a tutto (ricordate? Lo scienziato era piuttosto l’avvocato).
La nuova casta sacerdotale
Il tecnico diventa così il nuovo vate mediatore tra il punto di vista della scienza e il popolo che non può comprendere da soli le verità scientifiche e a bisogno di rivolgersi ai mediatori. Insomma la scienza viene così utilizzata come la nuova religione, le verità scientifiche elevate a dogmi e gli economisti a nuova casta sacerdotale.
Nel medioevo le chiese venivano decorate con immensi dipinti perché nessuno sapeva leggere e pensate un po’ la messa era in latino. Quelle parole erano insomma pronunciate apposta per non essere capite in un linguaggio imbastito di predicozzi e sensi di colpa. Se regge ancora il paragone possiamo certamente dire che la nuova lingua ecclesiastica oggi è l’inglese. Spread, Ball-in, Fiscal compact, Default, austerity, exit sono tra parole che tutti abbiamo imparato ad usare, ma di cui nessuno conosce veramente il significato. Insomma il compito dei tecnici è diventato oggi quello di allontanarci dalla verità che pure vaticinano.
Nel medioevo quando i discorsi si facevano troppo complicati o gli oppositori troppo forti bastava concludere con “E’ Lui che lo dice”. Bastava cioè invocare il principio di autorità che poteva essere il testo sacro o qualche grosso pensatore (Aristotele innanzitutto). Oggi se l’avete notata nel dibattito pubblico c’è una certa tendenza a zittire il dissenso con un bel “Lo dice la scienza”.
L’economia è la nuova religione
Ecco che allora una giusta affermazione iniziale, ovvero che l’economia è una scienza, diventa il contrario di ciò che è. La scienza è tale cioè perché garantisce un dibattito e la possibilità che tutte le teorie vengano discusse prima di essere scartate. Nel senso in cui l’affermazione viene utilizzata invece serve solo a sostenere che esistono verità scientifiche che non posso essere discusse ma solo credute fideisticamente, senza cioè averle capite sul serio. Il principio di autorità porta allora i suoi dogmi di fede che in questo articolo vi elencherò soltanto e infarcisce il tutto di una coloritura morale.
I Dogmi della nuova scienza
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Il debitore
è un reietto colpevole di sperperare il denaro, il creditore l’uomo forte, giusto e corretto. Qui ci aiuta proprio la parola debito che è anche sinonimo di colpa e mille anni circa di religione cattolica (rimetti a noi i nostri debiti…). Chi si indebita spende soldi che non ha e carica sulle generazioni future il costo del suo gozzovigliare.
Se voi avere un credito (+), qualcuno dovrà avere un debito (-) giusto? Se vendete una mela un euro, voi avete un euro in più (credito) e chi l’ha comprata un euro in meno (debito) giusto? Intanto chi ha la mela adesso è chi ha il debito, ma come fanno ad esistere creditori se da qualche parte non ci sono debitori?
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L’austerità
è una virtù. È quasi sinonimo di integrità morale e surrettiziamente legata all’idea che con l’austerità si combatta la corruzione e il mal governo dei paesi del SUD rei di essersi indebitati troppo. Austero è anche sinonimo di solido. Durante i periodi di crisi bisogna allora “fare sacrifici”, tenere dritta la barra, soprattutto se la crisi è stata determinata dalla sciatteria di chi si è indebitato troppo.
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“Se so magnati tutto”.
I soldi (lo sterco di Satana) sono una ricchezza limitata. Ci sono, ma li spendono i corrotti e non ne lasciano nessuno per la brava gente gli ospedali, le scuole, ecc. Ma chi è che ruba? Gli italiani. Tu cosa sei? Un italiano. Quindi rubi? Non io no. Ma com’è che tutti gli altri rubano però non ci hanno i soldi?
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Lo Stato non ha i soldi.
Direttamente collegata all’affermazione di cui sopra si pensa che lo Stato che si è indebitato troppo non abbia i soldi per fare le cose. Insomma a voi per fare il pozzo serviva tutto tranne che i soldi, allo Stato invece per fare scuole, ospedali, strade ecc. servono solo i soldi (cosa per certi versi vera). La domanda è chi vi ha dato i soldi che prestate allo Stato? Voglio dire lo Stato emette un debito, mettiamo un BTP, e voi lo comprate con i vostri soldi. Chi ve li ha dati? Se la risposta più ovvia che si possa dare è lo Stato, allora chiedetevi perché mai lo stato rivuole parte dei soldi che vi ha dato.
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L’unità è un obiettivo da perseguire.
“Solo restando uniti l’Europa supererà la difficoltà”, “ma dove deve andare da sola l’italietta (vezzeggiativo non diminutivo), fuori c’è la Cina). Anche questa idea della bontà dell’Uno è straordinariamente religiosa come suggestione. Da Parmenide in poi l’Uno è infatti il vero, il molteplice l’apparenza. Difendi l’unità della chiesa si ascolta ogni giorno in chiesa. C’è una strana convinzione che come in una famiglia e dentro una comunità, se gli stati stanno tutti assieme e delegano al capo famiglia (Commissione Europea) stanno tutti meglio. Insomma se uscissimo dall’euro faremmo la fine della Grecia (che è nell’euro). Anche qui vi faro una semplice domanda. Se unificandosi i popoli ci guadagnano tutti, perché di norma servono le guerre per unificare? Cioè perché non ci siamo uniti tutti assieme nel corso dei secoli ed invece non abbiamo fatto altro che dividerci?
Conclusioni
Insomma il modo in cui i media vi costringono a ragionare è semplicemente controintuitivo. Si scontra cioè contro il vostro senso comune esattamente come fanno i misteri della fede. Voi poveri ingenui credeva che un tizio che muore, muore e basta, che non si potesse fare un bambino senza svernare gli attrezzi e invece dopo tre giorni risorge qualcuno che non solo era morto, ma a rigor di biologia non sarebbe nemmeno dovuto nascere. Come è stato possibile? Boh chi lo sa: Mistero.
Voi magari credete che si stava meglio con la lira, vi ricordate che le cose costavano la metà. Pensate che la Grecia è stata punita e stia peggio di prima, capite che una cosa la si produce solo se c’è qualcuno che la compra, ma voi siete solo una massa di plebei che non sa nulla (cosa in quest’ultima effetti vera). Com’è possibile insomma che se la Banca mi presta dei soldi devo ridarglieli a tassi usurai del 7-12% e se non ce li ho mi pignora le case e se invece non può pagare lei si può prendere i miei soldi per evitare di fallire? Mistero della scienza.
Bene credo possa bastare così, mi riprometto di ripercorrere uno ad uno i punti di cui vi ho parlato. E voi che risposta ci siete dati alle domande? Se avete dubbi o obiezioni potete sempre confrontarvi direttamente tramite la mia pagina facebook.
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