Lettera ad un’amica: il primo dei tuoi baci. Ricordo di un’amore mai nato

Il primo dei tuoi baci

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Charlie Brown: Penso di avere paura di essere felice.  Lucy: Come puoi avere paura di una cosa del genere?? Charlie Brown: Perché quando diventi felice, c’è sempre qualcosa che va storto[/su_pullquote]

Scopro quasi distrattamente che anche tu come me infondo hai solo avuto paura di ciò che hai provato. Alla fine resta il fatto che i peggiori nemici della nostra felicità siamo noi. Resta che preferiamo sbarrarci le strade e chiudere le porte pur di non restare nudi di fronte a noi stessi.

Le tue parole mi lasciano un sapore di miele tra le labbra. Avrei preferito essere arrabbiato. So  soltanto che tutte le volte che passerò da Piazza della vergogna, che ironia nel suo nome, penserò a te. Mi verrà in mente il profumo di sabbia. Penserò a tutte le volte che avrei voluto osare ma mi sono fermato sulla soglia. Penserò a quante sfumature riescono ad avere i fili di paglia. A quanto sono stati lunghi quei baci e quanto mi si è spezzato in gola il fiato.

Penserò a quanto ho camminato per arrivare sin là e mi chiederò tutte le volte se ne è valsa la pena. Poi mi stancherò di pensare e salirò la gradinata.

Salirò lì, dove il profumo di sabbia si mischia al sapore del mare. Vedrò le teste di tutte quelle persone che nude restano senza vergogna, perché la vergogna non è mai stata nella loro nudità, ma negli occhi degli altri.

E vedrò il tetto della chiesa di fronte, con la cupola che tende al cielo senza cadere. Mi verrà da ridere pensando ai turisti che sono saliti a chiedere informazioni. Alla fine penserò che tutto sommato era un bel posto dove lasciarsi andare. Mi sono sentito, per qualche po’, come se tutte quelle statue avessero preso ad animarsi, a guardarci senza né andare né mettersi a giudicare. Ho avuto chiaro che ogni cosa era finalmente tornata al suo posto.

La vita è fatta di piccole cose, l’abitudine spesso se le mangia. Presto diventeremo vecchi, quando le nostre pulsioni non avranno più nessuna importanza, quando l’età ci renderà finalmente giustizia ed essere o non essere quel che siamo non farà più la differenza.

Per allora ci accorgeremo che, di fronte al fischio di fine partita, tutti teniamo tra le mani quelle poche cose che per noi hanno avuto importanza. Resteremo a frugarle nel palmo, a guardarle e riguardarle. Le conteremo come fossero piccole perline tra le mani.

Qualcuna ci sarà certo sfuggita, ma la sostanza delle cose per cui è valsa la pena vivere sarà tutta lì raccolta in una mano. Tutto sembrerà piccolo, come piccoli sembrano tutti gli uomini sopra gli aeroplani.

Per quel momento tutte le cose che ci hanno fatto soffrire, per cui abbiamo tremato, sofferto o sottaciuto non avranno  nessuna importanza. Qualunque cosa lasciamo a questo mondo il vento se lo porterà via.

Per quel momento non mi pentirò delle cose che non ho saputo fare, ma penserà a quelle che nonostante tutte sono riuscito a vivere. Per allora sento che quei baci saranno l’unico ricordo che di te e me vorrò conservare. Conservare nonostante le parole che non siamo riusciti a dire. Il resto  lo lascerò scivolare via, come tutto quel tempo che da allora in poi sarà passato. Il resto mi apparirà come la pioggia che cade giù dai tetti lungo i canali, forse triste ma infondo un romantico contorno.

So già che infondo di tutta questa storia resterà un sorriso. Resteranno tutte quelle statue senza vergogna, lì ferme a guardare i tuoi baci e i miei.

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