Clemente: riassunto. La controffensiva antignostica

Clemente Alessandrino

La città di Alessandria è il più importante centro di elaborazione e di diffusione delle dottrine gnostiche. All’interno del cristianesimo alessandrino esistono altre correnti dottrinali. A partire dagli ultimi decenni del II secolo la città diviene teatro di una vera e propria controffensiva antignostica, che vede in prima linea le figure di Clemente Alessandrino e di Origene.

 Biografia

Clemente nasce ad Atene verso il 150, ma la sua attività filosofico-religiosa si esplica ad Alessandria fra il 180 e il primo decennio del III secolo. Muore in Asia Minore tra il 211 e il 215. L’opera principale di Clemente sono gli Strómata (alla lettera “tappeti”, “tappezzerie”) Il termine indica le miscellanee erudite. Il sottotitolo, Note gnostiche secondo la vera filosofia, chiarisce meglio il quadro filosofico-religioso del suo scritto. Si tratta di un testo appartenente al genere letterario ipomnematico (da hypomnémata, “appunti”). Non presenta perciò trattazioni organiche e sistematiche, ma argomenti indicati in modo apparentemente casuale. Il contributo ermeneutico per accedere all’opera è dunque rilevante.

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Gli Strómata sono in qualche modo un’opera esoterica, volutamente disorganica. Sono degli appunti presi per la scuola e destinata ad essere pezza d’appoggio nella discussione allievo maestro. Clemente in questo è in linea con la tradizione della filosofia antica. Il suo nucleo fondamentale è l’accurata selezione di una gerarchia di testi biblici. Da questi testi sono articolate e organizzate le concezioni teologiche dell’autore. Si viene così a formare un sistema teologico-filosofico assolutamente coerente. Questo ha al centro la concezione della fede (pístis). Ha ancheuna critica all’idea di gnosi e di gnostico. Ha ancora una trattazione del concetto di simbolo e allegoria, dell culto cristiano e del martirio.

La controffensiva antignostica

Le regole della fede di Clemente furono ortodosse; egli accolse l’autorità delle tradizioni della Chiesa e, prima di tutto, fu un cristiano che accettava la legge ecclesiastica; tuttavia, Clemente si sforzò anche di rimanere filosofo, e portò nelle materie religiose la speculazione sul perché della vita. Sono pochi, affermava, coloro i quali avendo fatto bottino dei tesori degli egiziani, ne fanno arredi per il Tabernacolo.

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Punti centrali della polemica contro gli gnostici di Clemente sono la distinzione fra il Dio giusto dell’Antico Testamento e il Dio buono del Nuovo Testamento. Ancora v’è l’idea della presenza di diverse nature fra gli uomini. Egli respinge completamente il primo dei due punti. Afferma con forza l’esistenza di un unico Dio che è insieme giusto e buono. Sulla scorta della visione di San Paolo Origene afferma l’uguaglianza di tutti gli uomini davanti a Dio. Non esistono dunque diverse nature, ma il libero arbitrio, che conduce l’uomo alla gloria o alla dannazione eterna. Sul punto tuttavia egli sviluppa una riflessione originale.

Clemente ripropone il doppio livello teorizzato dalla gnosi. Rifiuta però l’idea chiave dello gnosticismo, secondo cui esso corrisponde a una distinzione ontologica di natura. Afferma invece che la distinzione si basa sul libero impegno della volontà. A ogni cristiano è aperta la possibilità di progredire dalla semplice fede alla fede resa consapevole dalla vera gnosi. Il progresso in questione è possibile a tutti i cristiani. Solo pochi tuttavia, a prezzo di impegno e fatica, vi si avventurano:

La via dell’inferno invece è aperta e larga e molti entrano per essa.” “Perciò la mia via s’è fatta stretta e quella del mondo larga

Si tratta di un processo dialettico e ascetico di chiara ascendenza platonica. L’anima del credente è illuminata dal lógos divino e guidata dal maestro alla sempre più approfondita conoscenza delle Sacre Scritture. Essa si spoglia gradualmente dal peso del corpo e delle sue passioni. Ascende così dalla molteplicità del mondo all’unità di Dio. Lo gnostico è tale perché è capace vivere nella speranza cristiana. Riduce lo spazio che lo separa dal futuro, cioè dal compimento della speranza nell’amore, e dall’intelligibile, cioè dalla contemplazione.

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