Rivoluzione scientifica: riassunto

RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

Sulla scia del libro The scientific revolution di R. Hall 1954 si suole comunemente denominare “rivoluzione scientifica” il periodo di radicale innovazione tecnica, scientifica e filosofica che intercorre fra la data di pubblicazione del lavoro di Copernico La rivoluzione dei corpi celesti (1543) e quella delle opere di Newton principi matematici di filosofia naturale (1687).

LA NUOVA CONCEZIONE DI NATURA E DI SCIENZA:

LA NATURA

Secondo al rivoluzione scientifica quando parliamo di Natura abbiamo a che fare con un ordine oggettivo 1), causale 2), relazionale 3), retto da leggi 4).

E’ un ordine oggettivo

poiché essa per lo scienziato che osserva la natura costituisce costituisce l’oggetto della ricerca e non può dunque avere caratteri soggettivi, ovvero, con la dimensione spirituale propriamente umana (desideri, fini, bisogni). L’universo della scienza si configura allora come un ordine privato di qualunque attributo tipicamente umano (bontà, perfezione, ecc.)

 E’ un ordine causale (che procede per cause). 

In Natura nulla avviene per caso ma è frutto di una causa. L’idea che la scienza fosse scienza delle cause (Aristotele) era già stata greca. La Scienza moderna tuttavia rinuncia alla dottrina della quattro cause (formale, materiale, efficiente e finale) definendo causa un rapporto univoco tra due (o più) fatti, per il quale dato l’uno (causa) è dato anche l’altro (effetto), tolto l’uno è tolto anche l’altro. Per la scienza interessa dunque la sola causa efficiente (ciò per cui un fatto ha origine). Non importa qual’è il fine verso cui tende perché questo non è dato saperlo.

Si tratta di ordine relazionale.

La Natura è un insieme di fatti (es. L’albero è verde) non di cose (l’essere albero e l’essere verde). Questa la rivoluzione scientifica. Lo scienziato non deve dunque indagare sulla sostanza delle cose (forma o essenza), ma sulle relazioni causali che legano una fatto ad un altro fatto (con un linguaggio aristotelico non studia la causa formale delle cose). Es. Di fronte l’arcobaleno lo scienziato non si interroga su quale sia la sua essenza, ma cerca di individuarne le cause che l’hanno prodotta  (la luce solare le gocce etc. etc.).

E’ un ordine di leggi.

Le relazione causali attraverso cui si ordina la natura esprimono una necessità che può essere espressa attraverso leggi. Individuata la relazione causale sarà infatti possibile prevedere i fenomeni naturali, attraverso la formulazione di una legge che valga per tutti i fatti prodotti da una stessa causa (Anzi la legge è un “vedere per prevedere”: se la luce filtrando ad una certa angolazione dall’acqua si rifrange producendo l’arcobaleno e se è possibile stabilire una relazione causa tra questi fatti, allora ogni volta che c’è la luce e c’è l’acqua ci sarà l’arcobaleno).

La scienza dopo la rivoluzione scientifica

 La scienza moderna è una scienza sperimentale

 le ipotesi (tesi iniziali che non hanno ancora il valore di leggi) devono essere verificate dall’esperienza e solo dopo tale conferma diventano leggi (il ragionamento o sillogismo non ha il carattere di prova scientifica). L’esperienza scientifica è in realtà un esperimento, ovvero non è un semplice osservare la natura, ma una procedura appositamente costruita per confermare o smentire l’ipotesi di partenza. (ricorda che l’esperienza per Aristotele era induzione, astrazione della forma dalla materia). In sostanza una rivoluzione scientifica

La scienza è un sapere che si fonda sul calcolo e la misura.

Tutto deve essere espresso secondo relazioni matematiche e secondo quantità (unità di misura) . La “quantificazione” è dunque condizione imprescindibile dello studio della natura.

La scienza è un sapere inter-soggettivo

i suoi procedimenti devono essere “pubblici”, le sue scoperte “condivisibili” da tutti e dunque “controllabili” in linea di principio da tutti. La scienza è dunque scienza universale in quanto universalmente condivisibile

 Il fine della scienza moderna è la conoscenza del mondo e delle sue leggi.

Se è vero che essa tanto più è osservazione scientifica quanto più deve essere neutra e disinteressata (ovvero prima di qualunque elemento antropomorfo) è anche vero che la scienza deve servire il fondamentale “interesse” umano: il suo dominio sulla natura. Conoscere le leggi della natura significa anche poterle piegare a proprio vantaggio.

La rivoluzione scientifica in cosa consiste

LE RAGIONI DELL’OPPOSIZIONE:

GLI OPPOSITORI DELLA NUOVA SCIENZA:

A sentirsi minacciati furono ovviamente la cultura ufficiale e la religione che vedeva distrutte pezzo, per pezzo le nuove credenze di fede. Le nuove dottrine poi non mettevano in discussione solo l’autorità di Aristotele (su cui S. Tommaso aveva fondato la sua filosofia cristiana), ma la stessa Bibbia. La più grande oppositrice fu dunque la Chiesa, che oltre ai contenuti metteva in discussione lo stesso metodo (il libero esame dei fenomeni naturali). Ad essa si aggiungano la magia e l’astrologia (messa in crisi da Copernico). La vecchia Cultura della Chiesa e i fautori delle scienze occulte si trovano dunque alleati contro la scienza.

RIVOLUZIONE ASTRONOMICA:

L’intricato processo che da vita alla rivoluzione astronomica ha effetti sulla stessa concezione del mondo e ricadute immediate sulla concezione della scienza. Mentre si attribuisce la rivoluzione astronomica (eliocentrismo) a Copernico in realtà le sue idee (formulate inizialmente come ipotesi plausibili) danno vita ad un movimento di pensiero che coinvolgerà fisici e scienziati (Klepero e Galieli) e finirà col produrre la rivoluzione scientifica. Essa ha dunque effetti su tutta la sensibilità moderna ed è all’origine di un ampio dibattito filosofico.

L’UNIVERSO ARISTOTELICO TOLEMAICO:

L’universo degli antichi (o meglio di Aristotele e Tolomeo) era unico, ovvero pensato come il solo universo esistente, chiuso pensato come un sfera limitata dal cielo delle stelle fisse, oltre il quale non c’era nulla, neanche il vuoto.  L’universo poi essendo chiuso era finito (per i greci il finito misurabile era perfetto, per i medievali solo Dio era infinito e di conseguenza l’universo da lui creato era finito).

Il sistema tolemaico era concentrico (fatto di sfere chiamate cerchi su cui erano incastonati le stelle: nove cieli in tutto) e dopo la zona dentro ancora la zona dei quattro elementi con la terra immobile e al centro (geocentrismo). Il sistema tolemaico oltre a confermare l’esperienza quotidiana (di una terra che pare effettivamente ferma e un sole che gira), trovava riscontro nei testi dei filosofi, nei teoremi della metafisica (ragionamenti ) e nella Bibbia. Sembrava dunque al tempo essere la più certa e incrollabile delle verità.

 

DAL GEOCENTRISMO ALL’ELIOCENTRISMO:

Copernico studioso di fisica celeste riteneva la dottrina di Tolomeo “antieconomica”, ovvero, errata per il fatto stesso che era troppo complessa (il moto dei pianeti doveva essere circolare per Tolomeo e il movimento dei pianeti era meglio descrivibile da ellissi). Fu cercando nei libri antichi che Copernico si imbatté nella teoria eliocentrica.  Egli scoprì, infatti, che Iceta, i pitagorici, Eraclito Pontico ecc., erano già pervenuti a teorie eliocentriche.:

Al centro dell’universo c’è il sole e non la terra, attorno al sole  ruotano i pianeti tra cui la terra che nel contempo gira attorno al sol e su se stessa, la luna ruota attorno alla terra e infine lontano dal sole e dai pianeti stanno fisse le stelle.

L’astronomo dunque concepiva, ancora l’universo come finito e chiuso dal cielo delle stelle fisse, inoltre accettava ancora l’idea che il movimento dei pianeti fosse circolare.

Obiezioni all’eliocentrismo di Copernico:

Gli ostacoli maggiori per le teorie astronomiche non provenivano dunque dal clero (Copernico s’era già scagliato contro le Auctoritas), ma dal senso comune.

Le Tesi cosmologiche:

Lovejoy e Koyré sono due pensatori contemporanei, che sintetizzano le tesi cosmologiche (sull’universo), che hanno portata rivoluzionaria. Combinando gli studi dei due ricercatori si ottiene la seguente elencazione.

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