Da ragazzino sognavo sempre di essere un eroe. Un po’ come tutti i bambini mi immaginavo forte, invincibile e poi mia via bello, forte e pieno di donne. Ma cosa vuol dire essere eroi? Cos’è essere un eroe per un uomo adulto, che ha raggiunto la piena maturità? E’ possibile avere ancora modelli utopici di riferimento? Nel post che segue proverò a rispondere a queste e ulteriori domande.
Gli eroi dei fumetti
Eccoci qua. 8:30 del mattino. Appena sveglio, mentre il sole finalmente offre al giorno i suoi raggi. Sento delle voci da fuori la stanza. I miei coinquilini, che come al solito non hanno dormito. Oggi è domenica. Il tempo sembra legato ai movimenti dell’animo. Il mio Spirito rincorre l’estate, come i fiumi si affrettano al mare. Esco ancora frastornato e sento “buongiorno”, unica parola in italiano insieme a “Come stai?” Di seguito il mio amato e odiato tedesco…
Was ist lost bei mir? Das ist die Frage und die Antwort lautet: gar nichts. Es geht aber schon besser jetzt, selbst wenn ich keine Erklärung darüber zeigen kann. Vielleicht muss ich nur das Wetter verdanken, vielleicht Gluckseligkeit folgt auf Traurigkeit, wie auf Regen folgt Sonnenschein. Vielleicht Seele ist wie Erde, die Regen braucht um weich zu werden…. Vielleicht irrte ich mich… Das es kann sein. „Ich hasse und ich liebe, wie es möglich ist, fragst du mir? Das weiβ ich ganz nicht, aber weiβ ich dass das so ist und damit quäle ich mich“.
Cosa succederà l’inverno dopo e quello dopo ancora non lo so.
Il tempo è un eroe sconosciuto che crea la storia di noi miseri umani.
Forse è solo che quei piani e quei progetti non “sapevano proprio da fare” ed allora l’eroe non li affossa né li rovina, ma solo ne indovina la sorte. Forse l’animo si inaridirebbe come fa la terra senza la pioggia se su di lui battesse sempre il sole. Allora l’uomo ha bisogno del dolore, per dirigere dentro sé i brutti momenti, per trasformarli entro se in esperienza, per far si che la felicità a venire abbia il suono della realizzazione e non il ritmo soave quanto effimero del carpe diam.
O forse ancora una volta mi sto sbagliando, ma che importa, che importanza può avere. Tutto è vanità e occupazione senza senso. “Es ist alles ganz eitel, sprach der Prediger, es ist alles ganz eitel. Was hat der Mensch für Gewinn von all seiner Mühe, die er hat unter der Sonne? Ein Geschlecht vergeht, das andere kommt; die Erde aber bleibt immer bestehen. Die Sonne geht auf und geht unter und läuft an ihren Ort, dass sie dort wieder gehe. Der Wind geht nach Süden und dreht sich nach Norden und wieder herum an den Ort, wo er anfing. Alle Wasser laufen ins Meer, doch wird das Meer nicht voller; an den Ort, darin sie flieβen, flieβen sie immer wieder. Alles Reden ist so voll Mühe, dass niemand damit zu Ende kommt. Das Auge sieht sich niemals satt, und das Ohr hört sich niemals satt. Was man getan hat, eben das tut man hernach wieder, und es geschieht nichts Neue unter der Sonne (Kohelet 1:1-10)“. O vanità immensa vanità, tutto è vanità.
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