Verità e Conoscenza. I sentieri interrotti dell’anima.

Il cammino della coscienza individuale verso la verità.

E parlo dell’esperienza della negazione, disperazione di ogni coscienza costretta da sé stessa a gettar via la sua presunta verità. E parlo dell’ostinazione che essa ripone volta per volta con lo stesso entusiasmo, perché questo solo non dimette mai nella sua infinita ricerca. Si tratta della profonda convinzione di cogliere e trattenere entro sé la verità. La via che si mostra alla coscienza volta per volta e ogni volta come fosse la prima non è quella che dal pensiero ricade entro l’azione- E’ piuttosto quella che in virtù dell’azione stessa scopre come l’uno presso l’altro, come reciproca appartenenza, come permanenza del dileguare, l’infinito gioco dei contrari.

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Cos’è la Verità?

La verità infondo resta quel pensiero che dopo aver tratto coraggiosamente e senza più esitazione le conseguenze del suo stesso pensare si depone egli stesso. Comincia ad agire, scoprendo nell’azione il luogo della co-appartenenza  di sé con l’effettualità. Non c’è sconfitta nella coscienza che si appresta a questo cammino. Non c’è errore nell’animo di chi è sospinto dal vero entro se stesso. E allora succede che forse il cercare è per sua stessa ragione la verità del genere umano e della sua storia; di questo popolo che continua a vagare nomade per le vie del deserto, consapevole che la meta appena conquistata è solo provvisoria e che a suo tempo chiederà di essere superata. Guai a coloro che scalzati i vecchi imperi e le obsolete concrezioni dello spirito si apprestano a fare della conquista, la loro nuova casa.

Il destino della coscienza

Il vero busserà alle loro porte e il destino se li porterà via. Lo Spirito si è già ritratto da costoro e dalla loro reggia ed è allora che la verità si appresta a volgersi nel suo contrario. I vincitori e giusti di ieri saranno il fardello delle società di domani. Saranno le vecchie effigi da immolare alla causa delle rivoluzioni a venire. Il vero ama divenire, ama il suo contrario e lo tiene presso sé come la molla che lo porta alla luce. Come pungolo che lo trae fuori dall’ignota uguaglianza con se stesso e lo porta a generare da sé l’infinita complessità del tutto.

Esortazioni sulla verità 

Adesso amico caro e fratello nella fame è giunta l’ora di andare, perché troppo a lungo abbiamo indugiato. Continuar da soli non conviene e i molti ancora esitano, intrattenuti dallo scintillio e dai festoni, dalle musiche e dai banchetti; incantati da questa filastrocca sciocca e sorda che consuma se stessa bruciando nel fuoco della sera; insuperbiti da quegli altari innalzati da coloro che negli incensi accessi di fronte alle spoglie del sacro non scorgono l’ultima ora del giorno.

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Si intravede già dall’altro lato il chiarore dell’alba, la freschezza mattutina del nuovo giorno. Cammina perciò assieme a me, anche se non so dove porta la strada che io e tu tracceremo. La verità è più vera se si è almeno in due a percorrerla. Stai al mio fianco per quello spirito ribelle che ti sollevò dal tuo essere mera natura e ti volle uomo. Infondo quello che lasci è cosa nota, mentre di là un mondo nuovo c’attende.

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